Disturbi del neurosviluppo
Parte 2 di 4
Con Ernesto Burgio
Nella seconda lezione vedremo come l’epigenetica sia troppo spesso interpretata, riduttivamente ed erroneamente, come una parte (tutto sommato secondaria) della genetica molecolare, mentre si tratta di una disciplina scientifica a parte, che studia come le informazioni e le sollecitazioni provenienti dall’ambiente, in particolare nelle prime fasi della vita, inducano nelle diverse popolazioni cellulari continue modifiche del genoma, inteso come sistema molecolare complesso e fluido (al contrario del DNA che rappresenta una sorta di database specie-specifico e muta poco nel corso della vita) e come queste modifiche “epigenetiche” determinino variazioni del nostro fenotipo sia in ambito fisiologico (adattativo/predittive), che patologico (reattivo/dis-adattative). In questa luce l’intero sviluppo embrio-fetale e in particolare lo sviluppo del sistema psico-neuro-immuno-endocrino andrebbe interpretato in chiave essenzialmente epigenetica e i primi 1000 giorni di vita dovrebbero essere finalmente riconosciuti come i più importanti della nostra vita individuale (sia sul piano biologico, che neuropsichico). Cercheremo, in particolare, di mostrare in che senso e in che misura lo sviluppo delle reti neuronali (oggi si parla anche di connettoma) che rappresentano fin dei conti la vera essenza della nostra individualità psico-neuro-biologica non sia codificata nel DNA, ma sia il portato delle interazioni continue tra le informazioni provenienti dall’ambiente e l’assetto epigenetico che si va delineando nei miliardi di neuroni che formano la corteccia cerebrale e che a sua volta si esprime in reti neuronali di immensa complessità, plasticità e variabilità.