Negli ultimi anni, si è registrato un incremento nel numero di bambini che sperimentano malesseri psicologici e che necessitano di un supporto aggiuntivo rispetto a quello tipicamente fornito da genitori e docenti.
Molti professionisti sottolineano come interazioni pianificate fra bambini tra i 4 e i 12 anni ed animali addomesticati (ad esempio cani, gatti, porcellini d’India, conigli, cavalli) possano rappresentare una modalità terapeutica alternativa o complementare, dalla validità comprovata, che aumenta l’efficacia dell’intervento psicologico principale.
Perché avviene questo?
La risposta ce la dà uno studio pubblicato nel 2023 sull’Early Childhood Education Journal.
In primis, la presenza di un animale socievole sembra rinforzare la fiducia nelle persone che lo accompagnano e le fanno percepire, agli occhi del bambino, come maggiormente amichevoli ed accoglienti: ciò funge da elemento facilitatore per la condivisione delle proprie emozioni in un setting terapeutico.
L’animale, inoltre, può fungere da supporto sociale, in quanto presenza acritica e tollerante che permette al bambino di sentirsi maggiormente libero nel condividere con il terapista preoccupazioni o esperienze traumatiche; può anche servire a ridurre eventuali ansie e paure, calmando i pazienti dal punto di vista emotivo e fisiologico.
La presenza dell’animale può avere risvolti positivi anche sulla relazione paziente-terapeuta: il bambino, continuando a frequentare gli incontri terapeutici, può formare relazioni di attaccamento sano con l’animale e trasferirle sul professionista che è presente durante l’interazione.
La presenza di un animale può influenzare direttamente e positivamente le capacità del bambino: lavorare con animali – sotto la supervisione del terapista – può concorrere a sviluppare l’attitudine a prendersi cura di altri individui e l’empatia del bambino, nonché a rafforzare il suo senso di autoefficacia; la resilienza e i modi gentili di certi animali addomesticati possono inoltre piantare il seme della speranza in bambini che sono stati precedentemente rifiutati, trascurati o abusati.
Integrare l’intervento terapeutico con la presenza di animali può dunque costituire una terapia complementare efficace, che i professionisti possono aggiungere al loro repertorio di strategie d’intervento.
Bibliografia
Jalongo MR, Guth LJ (2023), Animal‐Assisted Counseling for Young Children: Evidence Base, Best Practices, and Future Prospects. Early Childhood Education Journal, 51:1035–1045. https://doi.org/10.1007/s10643-022-01368-5