Il bullismo è un fenomeno in espansione che coinvolge preadolescenti e adolescenti di tutto il mondo: la ricerca scientifica e psicologica in questo campo sta diventando sempre più importante nel favorire il benessere dei giovani e sviluppare nuove tecniche verso la prevenzione o il supporto terapeutico.
Fra gli approcci più innovativi ed interessanti vi è il filone di studio che si concentra sulla musica come possibilità di intervento, sia per i bulli – o coloro che sono maggiormente a rischio di diventarlo – che per le vittime.
Come può la musica essere efficace in un intervento anti-bullismo?
Per i bulli e i loro gregari, la musica è uno strumento che permette di imparare ad autoregolare emozioni che altrimenti potrebbero condurre a forme di violenza attiva; inoltre, apprendere a suonare uno strumento è positivo per le vittime perché migliora l’autostima e porta a sviluppare capacità di problem-solving, permettendo di affrontare la situazione in maniera più efficace.
In particolare, l’attività musicale di gruppo, ad esempio in orchestra, ha risultati ancora più proficui, perché migliora la socializzazione e la capacità di adattarsi e sintonizzarsi agli altri individui ed aiuta a coltivare rispetto ed empatia, riducendo gli atteggiamenti di prevaricazione tra pari.
Nello studio di Epelde-Larrañaga e collaboratori (2020), alunni di scuole secondarie privi di background musicale sono stati impegnati per quattro mesi in attività di studio di strumenti musicali, imparando a suonare in orchestra il tema del film La vita è bella, per poi esibirsi in un saggio di fronte a un ampio pubblico.
Gli studenti sottoposti a questo training mostrano minori livelli di aggressività e riportano di esperire una minore sensazione di inadeguatezza e inferiorità rispetto i loro pari e risultano essere meno coinvolti in episodi di bullismo e cyberbullismo nei mesi successivi allo studio, rispetto al gruppo di controllo.
Oltre all’approccio dell’insegnamento di uno strumento musicale, esistono terapie che si basano sulla Teoria dell’apprendimento sociale introdotta da Bandura e suggeriscono di sottoporre gli adolescenti all’ascolto e all’analisi del testo di canzoni in un contesto di gruppo: tramite queste attività, sia i bulli che le vittime riescono a considerare una prospettiva alternativa e ricevono spunti di riflessione tramite i commenti e le osservazioni dei pari.
In particolare, nello studio di Shader e Silverman (2013) si suggerisce di presentare Adam’s song dei Blink-182, per far immedesimare gli adolescenti nelle emozioni che esperiscono le vittime di bullismo: la canzone è scritta dalla prospettiva di un sedicenne depresso che contempla il suicidio. Pur non essendo esplicitamente focalizzato sul bullismo, il testo -accompagnato dal racconto di recenti casi di cronaca legati a questo tema- può fungere da spunto iniziale per un dibattito che serva a sviluppare l’universalizzazione come meccanismo terapeutico.
Bibliografia:
Kayla S. Shafer, Michael J. Silverman (2013): Applying a social learning theoretical framework to music therapy as a prevention and intervention for bullies and victims of bullying. The Arts in Psychotherapy 40 (2013) 495–500 http://dx.doi.org/10.1016/j.aip.2013.07.004
Amaya Epelde-Larrañaga,José Antonio Oñederra Ramírez, Ligia Isabel Estrada-Vidal (2020): Music as a Resource Against Bullying and Cyberbullying: Intervention in two Centers in Spain. Sustainability 2020, 12(5), 2057