Il cyberbullismo negli adolescenti: ruolo dello stile educativo genitoriale, dell’autostima e della dipendenza da smartphone

Si definisce cyberbullismo “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, realizzata per via telematica, il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la messa in ridicolo della vittima”.

Questo fenomeno si sta rapidamente diffondendo tra gli adolescenti, preoccupando gli esperti del settore e i genitori: c’è un modo per fermarlo? 

Secondo un recente studio pubblicato su Frontiers of Psychology, la tendenza a mettere in atto comportamenti di bullismo sarebbe associata allo stile educativo genitoriale, all’autostima e alla modalità di uso dello smartphone.

Gli esperti affermano che sarebbe limitante considerare il cyberspazio come pericoloso e dannoso tout court, in quanto esso fornisce agli adolescenti informazioni importanti e mezzi per affrontare situazioni nuove e permette di approfondire le relazioni sociali positive, consentendo anche di coltivare rapporti difficili da mantenere in altro modo, come quelli fra “amici di penna”, distanti migliaia di chilometri.

Allo stesso tempo, gli smartphone costituiscono una sorta di “arma a doppio taglio”, in quanto sui social media si può anche rischiare di subire catfishing, truffe o, appunto, bullismo: sta all’adulto educare i propri figli al miglior uso possibile del web, informandoli delle insidie che vi si possono incontrare.

Un altro pericolo dei dispositivi mobili è costituito dal loro uso eccessivo, tramite cui si può arrivare ad instaurare una dipendenza da smartphone: lo studio considerato mostra che gli adolescenti che fanno abuso della tecnologia sono maggiormente a rischio di essere perpetratori di cyberbullismo.

Quali sono dunque i soggetti che hanno maggiori probabilità di perpetrare cyberbullismo?
Il profilo “medio” è quello dell’adolescente di sesso maschile (si verificano infatti più casi di cyber-aggressione fra uomini) che presenta bassa autostima, usa impropriamente lo smartphone e percepisce i genitori come ostili, trascuranti o rifiutanti.

Dunque, un’educazione positiva improntata all’aumento dell’autostima, al sostegno emotivo, alla condivisione dei sentimenti, alla comunicazione aperta e alla fruizione moderata del cyberspazio può minimizzare il rischio che i propri figli diventino in futuro “cyber-bulli”.

Bigliografia

Kim, J.H., Song, H.Y. & Jung, G.H. (2024). Relationship between positive parenting and cyberbullying perpetration among adolescents: role of self-esteem and smartphone addiction. Frontiers in Psychology 14:1252424. doi: 10.3389/fpsyg.2023.1252424